“Piacere sono la mamma ospitante di Vincent da Hong Kong” ma sono anche stata la mamma di Giorgia e di Olivia e di Jessica e di Sasha.
Abbiamo cominciato sei anni fa’ dopo aver letto un trafiletto su un giornale locale che riportava la notizia di ragazzi, arrivati da tutto il mondo ad Ivrea, per vivere l’ avventura del carnevale, ospitati da famiglie di volontari di Intercultura.
A me piace il carnevale, mi piacerebbe girare il mondo, mi piace ascoltare i racconti delle persone provenienti da luoghi lontani, vorrei non dimenticare l’ inglese ….. quindi ….abbiamo deciso di provarci.
Cercati i riferimenti dell’ associazione, contattati, abbiamo dato la nostra disponibilità un po’ timorosi ma molto curiosi, tutti quanti.
E così a dicembre è arrivata Giorgia dalla Nuova Zelanda, è rimasta con noi per due mesi ed abbiamo piacevolmente scoperto che il nostro inglese, soprattutto quelle delle figlie è migliorato molto e non era poi così male. Abbiamo anche imparato molto sulla Nuova Zelanda e ci siamo anche ricordati che è una nazione di alpinisti.
Partita Giorgia nell’ estate ci siamo ritrovati a pensare che sarebbe stato bello ripetere l’ esperienza.
E così a dicembre è arrivata Olivia dall’ Australia. Probabilmente si ricordano ancora di lei all’ Istituto Ubertini di Caluso ; ha riscosso molto successo, le ragazze nella scuola sono una minoranza poi quelle straniere ancora meno. Lei ci ha insegnato come “posare” in foto; aveva una piastra per i capelli portentosa, abbiamo scoperto il piegaciglia ma ci ha anche raccontato dell’ attacco di Pearl Harbor e della seconda guerra mondiale vista dagli australiani.
Quasi un anno dopo la partenza di Olivia è arrivata Jessica dagli USA (San Francisco per la precisione) e lei è stata con noi per un semestre. Con lei abbiamo conosciuto alcune preoccupazioni che hanno i ragazzi che scelgono di vivere queste esperienze fuori casa così giovani e così “lunghe”. Abbiamo cercato di aiutarla a superare:
il suo timore di non fare amicizia, di non costruire legami con i coetanei fuori dall’ ambito familiare;
la paura di relazionarsi con nuovi professori e nuovi compagni che nulla sapevano di lei.
Pensavamo di aver finito anche perché l’ inglese è migliorato, racconti ne abbiamo ascoltati a iosa quando… la casa si è svuotata temporaneamente ed abbiamo deciso che bisognava ripetere l’ esperienza per colmare il vuoto.
Cosi è arrivato Sasha dalla Russia che ha riempito, anche fisicamente, lo spazio libero. Ha vissuto con noi cinque mesi ma dopo tre giorni è come se fosse sempre stato con noi; difficile da immaginare. Tra l’ altro ci ha fatto assaggiare il borsch ed altri cibi della sua terra dal nome per me impronunciabile.
Quindi abbiamo superato i nostri ultimi dubbi circa l’ospitalità “lunga” e a settembre abbiamo conosciuto Vincent da Hong Kong che è qui in Italia per trascorrere l’ intero anno scolastico. Abbiamo scoperto che Hong Kong è Cina, ma non troppo.
Posso dire che ogni ospitalità fa storia a sè, non è tutto facile; ogni ragazzo/a riserva delle sorprese ma tutte queste esperienze sono un arricchimento culturale e relazionale per tutti i membri della famiglia… e quindi non è escluso che ci si provi ancora.


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