Andrea dall’Ungheria ci scrive….

Voglio parlare della mia avventura qui in Ungheria , un piccolo stato (si è estremamente piccolo
credo all’incirca come il nord Italia) nel centro Europa. Sono qui grazie a un associazione , AFS ,
che mi ha permesso di andare un anno al’estero.

Sono partita da Roma con altre 20 persone il 22 agosto e siamo arrivati a Budapest dove ci hanno
portato con dei taxi gialli ( un consiglio non provate a giocare a macchina gialla all’aeroporto di
Budapest perché è molto rischioso per la vostra incolumità) a una località super segreta vicino a
Budapest e tutt’ora non ho ancora scoperto dove sia .

In questi tre giorni tutti noi ragazzi da tutto il mondo abbiamo vissuto insieme in piccoli bungalow
e abbiamo giocato , riso , cantato e incominciato a imparare qualcosa sul paese che ci ospiterà per
tutta la durata di quest’anno.

Dopo questi tre giorni le famiglie sono venute a prenderci ed è stata gioia pura. Per arrivare alla mia
nuova cosa abbiamo dovuto fare un po’ di strada ma dall’autostrada ho potuto vedere quanto
l’Ungheria sia totalmente differente dalle mie bellissime montagne torinesi; è un paese piatto e
intendo dire che per loro le colline sono delle montagne altissime.

Per quanto riguarda la cucina devo ammettere che non è male , sono gusti molto differenti dalla
cucina italiana ma comunque molto buoni , inoltre mangiano moltissime zuppe , praticamente ad
ogni pasto , e moltissima carne , anche questa praticamente a ogni pasto.

Anche se sono nel centro dell’Europa , l’Ungheria sembra un mondo a se , hanno una cultura molto
particolare , cosa che sinceramente non mi aspettavo. Per esempio scrivono le date al contrario ,
partendo dall’anno poi il mese e infine il giorno , per non parlare poi della lingua che non ha nulla a
che fare con il resto dell’Europa (incomincio seriamente a chiedermi perché faccia parte
dell’Europa visto che non hanno nemmeno l’euro ) ed è molto complessa , basta solo pensare che
hanno 14 vocali .

Qui mi trovo molto bene ma naturalmente ho molti problemi con la lingua che col tempo risolverò