Un’esperienza piena di nuove consapevolezze!
La prima consapevolezza é arrivata il primo giorno di scuola in Francia, in cui mi sono resa conto che l’esperienza era iniziata per davvero, non era solo piu’ un sogno, un progetto, l’idea di ‘Partire per un anno all’estero’, ma mi trovavo immersa di colpo in quest’avventura tanto attesa che finalmente si stava concretizzando. Non é possibile rendersi conto di cosa vuol dire partire prima di averlo fatto, non é possibile immaginarsi uno scenario perché sicuramente ci sara’ qualcosa di tutto inaspettato, sconosciuto e sorprendente. Questa consapevolezza non é stata per niente facile da
accettare, i primo giorni sono stati forse i piu’ orribili della mia vita, mi sono sentita persa come mai prima di allora, al ritorno a casa dal primo giorno di scuola ho pianto tutte le lacrime che avevo trattenuto per l’intera giornata, avevo una tremenda voglia di tornare a casa e riabbracciare la mia famiglia.

Un’altra grande consapevolezza é la solitudine, questa é arrivata forse dopo il primo mese e mezzo qui…passato il momento di entusiasmo e curiosità, dell’essere affascinati da questo nuovo mondo, dalla nuova vita che si sta iniziando ecco che di colpo ci si rende conto di essere soli. É vero, si ha una famiglia d’accoglienza alle spalle, ma si sente il bisogno di trovare degli amici, di crearsi un gruppo di conoscenze con cui parlare, divertirsi e passare il tempo libero. E questa é stata per me la cosa piu’ difficile. Non mi ritengo una persona timida e introversa, anzi normalmente riesco a fare amicizia molto velocemente, ma qui ho trovato alcuni grandi ostacoli: per prima cosa i francesi non sono molto aperti, tendono a restare sempre un po’ sulle loro e non saranno certo loro a fare il primo passo e venirti incontro; un altro problema é quello della lingua, già prima di arrivare qui avevo un discreto livello di francese, quindi ero in grado di avere una buona conversazione, ma il problema é che non si trovano le parole per esprimersi davvero, per far vedere chi si é e aprirsi agli altri. Questo lo si supera buttandosi, non pensando al giudizio altrui e approffitando di ogni piccola occasione per conoscere una persona in piu’ che ovviamente potrebbe diventare un potenziale amico!

Forse la piu’ grande e bella consapevolezza é il cambiamento di se stessi: di questo ci si rende conto in ogni momento, si pensa a come si era, a come si avrebbe reagito nel proprio paese nella stessa situazione e la verità é che non sia puo’ piu’ essere la stessa persona di prima perché troppe cose sono cambiate attorno a noi e dentro di noi. Si cambia perché si viene a che fare con momenti e situazione mai vissute prima, é un continuo scoprirsi e scoprire cio’ che ti sta attorno. Partire é un lancio verso una nuova vita in un mondo che da sconosciuto, diventa il proprio mondo e allo stesso tempo é un lancio verso una nuova persona che nasce dentro di noi, che si arricchisce continuamente e si nutre di ogni singolo momento, che cresce e cambia durante tutta l’esperienza.

Un momento in cui ci si sente davvero bene é quando ci si accorge di pensare in un’altra lingua, e in quel momento si acquisisce la consapevolezza che ogni cosa che si é scoperto nel nuovo paese sta diventando parte integrante di se stessi…i pensieri vengono da soli come normalmente, ma se ci si ripensa ci si accorge che sono nati in un’altra lingua! Ed é una cosa sorprendente, perché si ha cosi’ la possibilità di esprimersi in ancora piu’ modi diversi e unici. Allo stesso tempo é bello rendersi conto di capire le persone attorno a te, senza piu’ dover continuamente concentrarsi
e sforzarsi per trovare un significato alla domanda che la persona di fronte a te ti sta facendo e dare una risposta sensata!

E poi ci sono mille altre piccole consapevolezze che si acquisiscono ogni giorno: ci si accorge di come vola il tempo, di come si ha sempre una tremenda voglia di cibo, della ciccia che cresce sui fianchi, di riuscire a seguire un film senza sottotitoli, di avere due famiglie e di essere il legame che le unisce, della gioia per essere riusciti a fare una battuta e far ridere qualcuno (cosa che all’inizio sembra impossibile), di sentire la necessità di scrivere per conservare i ricordi, di quanti modi diversi ci sono per comunicare oltre alle parole, di aver spesso bisogno di un abbraccio, di come
manca casa in certi momenti e di come si ama questa nuova vita in altri, di essere non solo piu’ cittadino italiano, ma anche francese e essere cittadino del mondo.

Arianna Zampieri, programma annuale in Francia anno 2014-2015
12/01/15


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